Sento doverosa ed urgente, da parte mia, una riflessione, sul libro presentato e sull’assemblea pubblica, in videoconferenza, organizzata dal “Venerdì libertario”, il 7 maggio 2021, un’assemblea che è stata molto partecipata, introdotta da Salvatore Caggese e dalle note de ‘La Danse Des Bombes’. Proseguita con il dialogo tra me e l’autrice del testo, Anna Maria Farabbi che più volte ha ribadito la necessità di schiodare Louise Michel dal muro della Comune, nonostante lei vi abbia ampiamente partecipato, con un grande apporto critico, non la si può ridurre ad essa. Bisogna aprire la finestra sul vasto respiro del suo agire e del suo
pensiero, pienamente riconosciuti dai suoi contemporanei.
Mi piace pensare, che questo dialogo/intervista, con la partecipazione di tanti Compagni, alcuni dei quali sono intervenuti con osservazioni e considerazioni, abbia lasciato dei semi o perlomeno degli interrogativi sul modo di fare politica, oggi, sulla necessità di pensare al “Noi”.
“Non ha paura della morte dell’io. Ha paura della morte del Noi.”
“La primavera ventura/come un sole che sbircia/timido e fulgido/i meandri della mente/s’intravede “ e il compagno Salvatore Caggese propone di presentare, il 7 maggio 2021, per un incontro del ‘Venerdì Libertario’, un testo, su uno dei personaggi più significativi della seconda metà dell’ 800, Louise Michel (Vroncourt-la-Côte, 29 maggio 1830 – Marsiglia, 9 gennaio 1905) dal titolo: “Louise Michel è che il potere è maledetto e per questo io sono anarchica”.
È un’opera a cura di Anna Maria Farabbi. Una prima riedizione, uscita il 18
marzo 2021, che celebra i 150 anni della Comune e inaugura la nuova casa
editrice AL3viE, un marchio Kaba Edizione, un nuovo coraggioso, dati i tempi, progetto editoriale di Raffaella Polverini. Il libro, nel 2017, è stato pubblicato per “Il Ponte editore” ed è transitato in un nuovo “giardino” per incontrare altri viandanti. È sempre un bene battere nuovi sentieri, facendosi largo nella boscaglia non ancora esplorata, per giungere a nuovi e luminosi traguardi della conoscenza, ora più che mai nei tempi decadenti che viviamo vedendo i quali una rediviva Louise Michel, probabilmente avrebbe detto: “ nero destino che fai tu del mio gigantesco sogno?”
La lettura delle pagine di “Louise Michel è che il potere è maledetto e per questo io sono anarchica” pone, disarmatɘ, di fronte sia al candore adolescenziale di Louise, sia alla fierezza di pensiero della donna mai doma, che tanto fece, fu insegnante, giornalista, femminista, comunarda, anarchica, cultrice di scienza e geografia. Subì processi, carcere e deportazione. L’autrice ci dipana così appassionatamente il personaggio che, a volte, pare di avvertirlo, nelle varie gradazioni, quel suo sguardo fiero davanti aglɘ alunnɘ, ai compagnɘ, ai giudici, al suo grande e voluto afflato verso l’umanità tutta, soprattutto quella che respinta ai bordi della società dai ‘potenti’ e governanti, a tutti gli esseri che popolano il pianeta, vegetali e animali. È, lei, fermamente convinta che la “società sia un unico corpo organico, dentro cui ogni vita, vegetale, animale, minerale che sia,
ha diritti di esistenza, per il cui rispetto è necessario combattere” e che “l’artista e lo scrittore, hanno una missione sociale da compiere e l’opera deve essere un’azione e il romanzo deve essere scritto in un linguaggio semplice e accessibile al popolo”. Sono intenti perseguiti per tutta la sua vita di rivoluzionaria, restando la donna dai due paesaggi, dalle due vite, antica nel nitore dell’animo che rompe ogni schema. Maestra di pensiero contemporanea, come ce la restituisce l’Autrice, nel reclamare la conoscenza come priorità dell’essere umano, senza alcuna distinzione di genere e censo. La donna dai due paesaggi che hanno caratterizzato
la sua esistenza: l’accoglienza della selvaggia e misteriosa Alta Marna e l’azione politica in buona parte del mondo.
Le sue parole sono state distillate e nel libro e nel dialogo durante il dibattito della videoconferenza, da Anna Maria Farabbi, scegliendole dall’ampia produzione letteraria della “Lupa Rossa” per tutti i presenti e coloro che volessero approcciarsi a Louise Michel, come preziosi cammei rappresentativi della sua produzione e poetica e narrativa. Sono un insieme di parole accompagnate da note e da un’introduzione, un saggio, dal tagliente ed ottimo sguardo critico, che, unite ad una traduzione puntuale e puntuta, mai tradimento ma traghettamento, riescono a portare, il più possibile, ”tutta l’acqua di Louise” al lettore, “con la consapevolezza di rovesciarne un terzo” e realizzando la dichiarazione di intenti: “Ho creduto necessario portare questo fuoco femminile in Italia, peraltro ancora troppo poco conosciuto, quanto mai attuale e stimolante in un clima di confusione, decadenza e svilimento generale”.
Ringrazio Salvatore di avermi dato l’occasione, affidandomi la presentazione di “Louise Michel è che il potere è maledetto e per questo io sono anarchica”, di entrare nella vita di donne come Louise e Anna Maria capaci di reagire, di essere rivoluzionarie e combattenti, portatrici di una poetica e una scrittura civile e di testimonianza, che sia di stimolo per pensare la collettività, la dimensione preferita da Louise Michel, per una società in cui sia necessaria una rivoluzione sociale, che non abbia l’obiettivo di raggiungere il potere ma l’abolizione di tutti i poteri, da perseguire con l’azione comune di tutti, senza distinzione di genere o
razza.