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Al3vie. Un progetto che è una strada di idee

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su Sherwood

I progetti di qualsiasi natura siano sono un composito mix di elementi. Sono contenitori da riempire e le parti che li costruiscono ne danno la dimensione, la direzione e concorrono al traguardo. Non importa che siano personali, aziendali, scolastici o altro. Sono sempre tutti accomunati dal rendere unico e focalizzato alla meta quello che di fatto sarebbero solo pezzi a sé stanti.

Rendono coese le parti.

I progetti editoriali non fanno eccezione e ognuno ha le sue peculiari caratteristiche che rendono il risultato unico e personale.

Non fa eccezione Al3viE, da poco entrata nel mondo dell’editoria, e che già nel suo nome di battesimo evidenzia la natura sfaccettata del proprio percorso. Una complessità che passa dalla scelta delle pubblicazioni all’attenzione su come fruirne. Uno sguardo che dalle produzioni d’oltreoceano è capace poi di creare sinergie nel Bel Paese.

Per capire fino in fondo dunque gli interessi di Al3viE ne abbiamo chiacchierato direttamente  Raffaella Polverini. Sempre con lei, abbiamo indagato anche come è nata la pubblicazione di Kate Chopin. Racconti” con saggio e traduzione di Anna Maria Farabbi.

Allora Raffaella partiamo proprio dall’inizio: il progetto Al3viE nasce in mezzo alla pandemia, nel 2021, e già nel nome ci dice qualcosa di importante. Precisamente ci parla di fruizione della lettura. Come mai avete sottolineato già da subito questo aspetto?

Per rispondere a questa domanda riprendo le righe che ho scritto nel Chi siamo del sito: “In Al3viE c’è il coraggio del passo che lascia il sentiero battuto, la fatica del procedere nella boscaglia, la determinazione graffiata, la visione dell’oltre e poi l’incontro con altri viandanti con i quali condividere la ricchezza del proprio orto, la bellezza del proprio giardino. Il cammino continua mentre il respiro prende il ritmo della salita, lì dove la terra incontra il cielo e la montagna accoglie come una grande madre. Dall’alto, in lontananza, colpisce la vastità del mare con le sue profondità. La discesa nasconde le sue insidie, richiede attenzione, ma incoraggia l’andare. Quando si incontra il nulla, il deserto con la sua realtà estrema, tutto sembra essere stato vano e scomparire come l’impronta cancellata dal vento, ma la via è ormai segnata. Qualcuno seguirà, riconoscerà il nostro passaggio e una carovana ci disseterà con l’acqua trasportata nelle zucche. L’opera è compiuta.” Nel pubblicare libri, rendendoli fruibili in modi diversi, dal cartaceo al digitale, passando per il multimediale con audio, video e booktrailer, si passa attraverso le proprie scelte che non seguono sentieri già battuti, che sono spesso controcorrente, lontane dalle regole del mercato, ma vicine a valori importanti, ad un impegno sociale e politico fondamentale e ad un essere donna, editoria oggi. Tutto questo mi porta a percorre Al3viE, impossibile non palesarlo fin da subito.

Siete situati in un piccolo comune del pavese, a Trivolzio. Come è fare editoria qui?

È difficile fare editoria ovunque. Sono nel pavese, ma con i social, con gli ebook, con le presentazioni si è lontani da confini geografici limitati e limitanti. Posso però dire che è sempre stato più semplice portare libri e corsi di scrittura creativa a Milano e provincia.

La vostra ultima pubblicazione mira a fare conoscere la figura di Kate Chopin, scrittrice americana vissuta nella seconda metà dell’800. Come mai la scelta è ricaduta su di lei?

La prima pubblicazione per Al3viE è stata una riedizione su Louise Michel, un libro che ho letto e che mi ha permesso di conoscere la vita di una donna che ha dedicato la sua vita agli altri: poeta, insegnante, anarchica e ribelle, ha lottato per le donne, per i più deboli, per la giustizia. Volevo portare e riportare luce sul suo operato. È stato lo stesso per Kate Chopin, in questo caso con la coedizione di Pièdimosca edizioni, casa editrice umbra. Abbiamo rieditato e unito due libri usciti nel 2003 e nel 2004 per due grosse case editrice, in un unico testo non solo per la qualità del lavoro svolto dalla traduttrice e curatrice Anna Maria Farabbi, che ha curato anche il libro su Louise Michel, ma soprattutto per l’importanza dei suoi contenuti. Leggendo i racconti di Chopin e passando poi al saggio scritto da Farabbi, che ha studiato Chopin per più di vent’anni, si entra non solo nella personalità controcorrente e decisamente antimaschilista di questa autrice americana del 1800, considerata antesignana del femminismo, ma si ritrovano dinamiche ancora presenti nell’universo femminile e nel suo continuo incontro e scontro con una società ancora troppo maschilista e patriarcale.

Come mai secondo te Chopin è nota, e letta, negli USA insieme a Zelda Fitzgerald, figura già più nota, mentre in Italia non ha avuto la stessa attenzione?

Kate Chopin è conosciuta in alcuni gruppi femministi e letta anche all’interno di corsi di scrittura creativa, credo però che molto poco sia conosciuta in ambito universitario, forse anche nella stessa America. Perché? Forse perché ancora oggi troppe autrici che hanno scritto di donne, per le donne, vengono cancellate, dimenticate, oscurate da chi invece potrebbe e dovrebbe aprirsi a canali di conoscenza e patrimoni letterari ricchissimi. La stessa Farabbi utilizza il termine “femminicidio intellettuale” e credo che non servano ulteriori spiegazioni.

Dei racconti della Chopin quali sono le due cose che hanno maggiormente attratto la vostra attenzione?

La prima cosa è senza dubbio quello che alla fine degli anni sessanta e agli inizi dei settanta nell’ambito dei gruppi femministi ha avuto una notevole importanza e cioè “l’autocoscienza”. Chopin nei suoi racconti parla di donne che perdono il contatto con sé stesse, con la loro femminilità, i sogni, i desideri, per donarsi totalmente all’altro, ai figli, ai doveri coniugali. In alcuni casi riescono a ritrovarsi, in altri si perdono definitivamente. La seconda cosa è sicuramente la “libertà” ritrovata o acquisita forse per la prima volta, per alcuni dei personaggi femminili da lei descritti. Quel riappropriarsi pienamente del nostro essere donne prima di tutto e non solo mogli e madri.

 Il progetto di Al3viE non si esaurisce di certo qui. Nel catalogo trovate altri lavori e soprattutto spunti di riflessione da guardare con attenzione.  Non ci rimane che augurarvi: buona lettura!

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La natura congiuntiva e irrimediabile della poesia

di Loredana Magazzeni per Leggendaria

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Incontrando Kate Chopin fra le pagine delle sue storie

Un bel viaggio nei corridoi della fiera Bookpride a Milano attraverso gli occhi di chi si avvicina al lavoro di tante case editrici.Linda Moon si è fermata a parlare dell’ultima pubblicazione di Al3vie “Kate Chopin. Racconti con saggio e traduzione di anna maria farabbi” e così descrive questo breve momento immerso fra le luci, le voci e le pagine che profumano ancora di stampa.

Per leggere l’articolo completo:

https://www.lindamoon.it/la-mia-full-immersion-al-book…/

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Nuova uscita: Kate Chopin. Racconti con saggio e traduzione di anna maria farabbi

In coedizione con Pièdimosca edizioni

Kate Chopin è considerata un’antesignana del femminismo. Siamo nella Louisiana del 1850, ma ciò che ha scritto è ancora fortemente attuale

Mettere a fuoco opere e personalità di eccellenza qualitativa, con potente originalità e forza eccentrica, eversiva, libera da canoni e retoriche è, lo credo fermamente, un dovere civile, politico, artistico. Nel corso dei miei studi, la mia attenzione si è concentrata prevalentemente su artiste che, nel corso dei secoli, hanno in modi diversi ma totalizzanti subìto ingiustizie di emarginazione, sottovalutazione, svalutazione, perfino cancellazione. Mai è un caso quando si verifica un atto di femminicidio intellettuale […]

Kate Chopin ha inciso il suo pennino nelle croste malate della quotidianità sociale e relazionale, soprattutto nelle carie della comunità, in quelle radici che precludono alla donna diritti e opportunità.

Dopo circa venti anni dalla loro prima pubblicazione, accolgo la riedizione di Le alfabetiche cromie di Kate Chopin e Un paio di calze di seta con piacere e gratitudine. Questa scrittrice americana non è ancora conosciuta come si dovrebbe, almeno qui in Italia. Al di là di alcune nuove traduzioni di The Awakening e di alcuni racconti, rimane assente o insufficiente una ricca offerta di lavoro monografico sulla sua intera opera. Il mio saggio aveva e ha l’intenzione di porgere strumenti di approfondimento e connessioni per chi studia e, al tempo stesso, per chi incontra per la prima volta Kate Chopin. Avere a disposizione in un solo libro il viaggio e il viatico mi sembra una buona opportunità.


anna maria farabbi

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Editoria femminista. Intervista su Radio Sherwood/Gemini Network

Book Pride 2022. Intervista di Luisa Longobucco di Radio Sherwood/Gemini Network a Rossana Di Fazio e Margherita Marcheselli dell’Enciclopediadelledonne.it, Angela Di Luciano e Ilaria Baldini di VandA edizioni e Raffaella Polverini di Al3vie    

Ascolta l’intervista                                          

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L’arte tra bocca e cibo, peso corporeo e peso della parola. A proposito di disturbi alimentari

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Indomabile me. E la suggestione di involucro che serra come in una prigione diventa inquieta zebratura agitata dal vento. Indomabile me, acquarello di Sara Fruet, che credo meglio non potrebbe accompagnare la testimonianza della sua vita di giovane donna stravolta dall’anoressia e del doloroso percorso che pur l’ha portata infine a scoprire “che la felicità non uccide”.

A proposito di disturbi alimentari www.ultimavoce.it

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A proposito di disturbi alimentari ywub www.ultimavoce.it

Una testimonianza che è stato “il seme” dal quale è nato l’interessantissimo lavoro di Anna Maria Farabbi sui disturbi alimentari. “L’arte tra bocca e cibo, peso corporeo e peso della parola” (editore Al3vie). Un contributo davvero nuovo e che credo molto possa offrire a chi attraversa il dramma del disturbo alimentare. Bulimia e anoressia, facce della stessa medaglia, malattie della società dell’opulenza, dei tempi moderni…
Questione delicatissima e grave che non può lasciarci indifferenti: secondo le ultime statistiche, solo nel nostro paese sono circa tre milioni le persone che ne soffrono. E sono soprattutto adolescenti, in stragrande maggioranza donne, e fra gli adolescenti questo male è una delle principali cause di morte.

Anna Maria Farabbi è poeta, narratrice, saggista, traduttrice. E’ soprattutto poeta, e il suo progetto non poteva che attraversare il linguaggio dell’arte. “Nessuna impostazione clinica”, spiega.

“Ho concepito l’opera come una ruota”. Una ruota con dieci raggi, ogni raggio è un artista, lei compresa, che “nella sua arte porge il suo rapporto con questa problematica”.

In questa “orizzontalità circolare” dove non esistono gerarchie, intervengono una filosofa, un poeta, un docente di Etnomusicologia, una pittrice, un regista, una ballerina, uno scultore, un fotografo, un fumettista, una narratrice… ognuno con la propria testimonianza, diretta o di osservatore. Tutto tessuto dall’esperienza di incontro con persone in sofferenza (e non solo a proposito di disturbi alimentari) con le quali Anna Maria Farabbi ha lavorato, ché “la poesia, più propriamente il canto, l’approccio poetico alla vita e a ogni sua relazione… riescono a toccare interiormente l’altra creatura, soprattutto quando questa si trova in difficile, drammatica o tragica condizione esistenziale”.

E l’approccio poetico alla vita e alle relazioni di ogni sguardo d’artista affolla di umanità questo libro corale. Impossibile da riassumere…
L’invito è a sfogliare pagina dopo pagina le voci, che sul limite della ruota disegnata da Anna Maria Farabbi appaiono come nella proiezione di una lanterna magica, ciascuno col proprio respiro…
Così, Paola Bianchini, che è filosofa e psicoterapeuta, squarcia la ferita identitaria da cui nasce il disturbo, che del corpo si serve per manifestare il disagio. E invita ad allearsi piuttosto con la vita.
Cosa guardate /della mia dissolvenza? Cosa vedete/ della rinuncia che sono? / Ogni volta piagata, piegata/ a gettare fuori il cibo:/ un rifiuto che rinneghi. / le tue forme: ecco il giudizio/ e nessuno specchio in casa… E’ Marco Bellini che, cercando versi per esprimere la dignità del dolore, offre la sua parola poetica.
Arriva poi la sorpresa di un canto popolare, “La cena della sposa”, offerto nelle sue varianti regionali da Giancarlo Palombini, e che si estende fino alle radici consumistiche, bulimiche, del nostro sistema occidentale. Che cenerà la sposa le dieci sere? “Dieci scatole di confetti/ per saziar li sposi a-l-letti/Nove cuppie di buon pane / per saziare un borgo sano,/.. otto mazzi di radice.. sette vacche ben cornute… sei castroni ben lanuti/ cinque porci ben cingiuti / quattro lepre che van saltando…
Una nenia che lascia il posto al drammatico, coraggioso racconto della pittrice Sara Fruet che (“tu mi stai uccidendo e io per sopravvivere ti uccido”) trasmuta nella forma nutriente dei colori.
E poi lo sguardo di Marco Pozzi, regista di Maledimiele, a dirci della dispercezione di sé… sorpreso dalle immagini devastanti ma al tempo stesso con grande potere di seduzione delle foto di giovani donne che una ragazza “allungava e strecciava come fossero le statue di Giacometti. Qualcosa che era vicino all’arte”.
E poi il peso danzante di Mary Garret, testimone di come il disturbo alimentare possa essere indotto dalla pressione dell’ambiente intorno. E cosa ci si aspetta da una ballerina, se non essere di piuma…
Ancora, la tensione espressiva delle sculture di Piero Marchese, che è anche educatore, e nella mescolanza di umano e animalesco fa intravedere dolore e infelicità di chi pensa di non poter reggere il confronto con le icone della bellezza, nel nostro mondo di culturalmente bulimici…

Si è ancora inquieti difronte a tali immagini, che compare la fotografia di Alberto Terrile a scegliere la via della “condescensio passionis”, la discesa in una sofferenza condivisa, per donarci il ritratto di una madre che ha perso la figlia.
Arrivi senza fiato alla “scarnificazione della gioia” nel lavoro sull’anoressia di Ludovic Debeurme, autore di graphic novel. Che con “Lucille”, e la sua scrittura disegnata che non ha bisogno di colori, “ho voluto affrontare il significato dell’insieme delle relazioni e della loro fragilità”. La tristezza “greve” che spoglia giorno dopo giorno la persona anoressica.
Elvira Aglini, infine, narratrice, generosa testimone del percorso seguito grazie al progetto ospitato dall’associazione Il Pellicano, spazio di testimonianza creato e condotto appunto da Anna Maria Farabbi. E a ogni incontro la domanda era: quando si nominerà la bestia?

A margine di ogni intervento, un QR code e un link è la porta d’ingresso ad approfondimenti multimediali. Foto, quadri, una scultura, voci, un film, a riannodare fili, per aiutare, anche, ad avere fiducia nella guarigione da un male così complesso e grave.
Il cibo e la parola, dunque. Il cibo, “ponte di nutrimento comunicativo a partire dall’apertura della bocca verso la madremammella chiedendo il latte di esistenza”; e la parola, che, se non udita, può trasmutare in urlo silenzioso di dolore.

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Editoria femminista: l’importanza di mettersi in rete

Bookpride 6 marzo ore 10.30

Enciclopediadelledonne.it, VandA edizioni e Al3vie

Introduzione di Margherita Marcheselli. Enciclopediadelledonne.it, VandA edizioni e Al3vie: un piccolo nucleo di editrici femministe da cui partire.
«Attraverso Kate Chopin» con Anna Maria Farabbi per Al3vie e piédimosca Edizioni.
Femminismo e rivoluzioni femministe: grandi autrici della seconda ondata con la storica del femminismo Deborah Ardilli per VandA edizioni.
I libri di enciclopediadelledonne.it: una carrellata attraverso alcuni testi chiave della casa editrice.
Letture, osservazioni, idee da condividere con il pubblico.
Dibattito e interventi con il pubblico.

Con:

Anna Maria Farabbi, Margherita Marcheselli, Deborah Ardilli, Rossana Di Fazio, Nicoletta Nobile (lettrice), Raffaella Polverini, Angela Di Luciano

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Intervista su Radio Popolare: editoria femminista

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Al3viE parteciperà a Bookpride il 4-5-6 marzo a Milano

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Incontro in piazza di piccoli editori e comunità locali

Incontro in piazza di piccoli editori e comunità locali