“Io sono un’esplosione gialla nel cervello
muto della solitudine. L’ape di luglio
che scotta”.
Anna Maria Farabbi
Poesia – crogiolo alchemico della lingua ad altissimo grado metaforico – è attenzione precipua alla parola; dunque al suono e al risuonare di essa (in chi la scriva o legga). Sia acusticamente: quale registro armonico/melodico del verso, che letterariamente: quale ritmo stilistico/strutturale, che emozionalmente: quale significazione patetico/immaginifica.
… La poesia infatti non tanto racconta, illustra o descrive, quanto piuttosto equivale ad un evento; è – più che testimonianza – presenza viva d’evento, essendo/esprimendo al contempo forma e contenuto, in quanto significazione che si fa tutt’uno con la materia trattata, divenendo parola incarnata, quasi.
… Tesa a rimarcare l’ambito empatico di risonanza della poesia, Anna Maria Farabbi parlando con me ha sottolineato come – sempre – si sia poeti in due, nel senso che il dire e il darsi poetico è costitutiva-mente ambito dialogico: cioè incontro comunicativo fra chi scrive e chi legge.